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World AI Festival di Cannes, diario di una startup italiana alla fiera dell’intelligenza artificiale

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Ultimamente, l’intelligenza artificiale sembra essere al centro di ogni conversazione, tra preoccupazioni, potenzialità e visioni distopiche. È in questo contesto ricco e complesso che abbiamo avuto il privilegio di partecipare al World AI Festival di Cannes, un evento dedicato all’innovazione nell’ambito dell’IA. Per noi di Dedalo AI, startup impegnata nel ridurre l’impatto ambientale del software, è una preziosa occasione di crescita e di scambio con leader e innovatori del settore da tutto il mondo.

I founder di Dedalo AI: Fabio Giannese (CTO), Seif Chourbagi (CEO), Francesco Musso (CSO) 

Le tendenze

Così siamo partiti la sera del 7 febbraio dall’I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino che ospita la nostra startup: quattro ore di viaggio in auto attraverso la Liguria, e poi Cannes, con i suoi edifici Art Nouveau, le boutique di alta moda, gli innumerevoli negozi di design e le luminarie natalizie ancora sugli alberi. 

Il WAICF si svolge dall’8 al 10 febbraio nel Palazzo dei Festival di Cannes, proprio dove si tiene il famoso festival cinematografico: messi a punto gli ultimi dettagli, abbiamo allestito il nostro stand nell’area dedicata alle startup italiane. La delegazione organizzata dall’Italian Trade Agency (ITA), comprende altre 30 startup e PMI innovative, che con noi hanno portato in Francia la loro testimonianza sui temi dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità.

È chiaro fin da subito che l’applicazione dell’AI spazia in numerosi settori, da quello sanitario a quello sportivo, dalla cosmesi alla sostenibilità, offrendo soluzioni innovative e all’avanguardia. I trend principali sono, ovviamente, la generative AI e la data analytics, ma l’enorme varietà di imprese testimonia quante opportunità l’intelligenza artificiale possa offrire. Ad esempio abbiamo incontrato una startup che punta a trovare la perfetta skincare per ogni persona e ogni esigenza, o un’altra che si occupa di ottimizzare il lavoro dei neuroradiologi combinando neuroscienza e machine learning.

Yann LeCun, capo del FAIR, il dipartimento di ricerca sull’intelligenza artificiale di Meta

Yann LeCun, capo del FAIR, il dipartimento di ricerca sull’intelligenza artificiale di Meta 

Le discussioni

Del ricco calendario di panel e keynote dei due giorni, nel primo è da segnalare l’intervento di Yann LeCun, padre delle più importanti ricerche sull’intelligenza artificiale. Secondo lo scienziato, che è anche capo del FAIR, il dipartimento di ricerca sull’intelligenza artificiale di Meta, l’open source è indispensabile per il progresso, soprattutto nei modelli AI, per un’evoluzione sana e trasparente. In vista dell’AI Act europeo, ha anche discusso di regolamentazioni, sottolineando quanto sia necessario lasciare libertà alla ricerca per ampliare le potenzialità della stessa umanità, il cui progresso nel futuro prossimo sarà sempre più legato all’AI. A quelli che lanciano allarmi sui pericoli dell’intelligenza artificiale, LeCun ha spiegato che non ha senso parlare di singolarità tecnologica, ossia di un predominio delle macchine sull’uomo. I modelli linguistici attuali, sui quali sono basate le più popolari applicazioni di AI, per abilità e competenze non sono nemmeno paragonabili a bambino di 4 anni. Il prossimo passo evolutivo sarà la multimodalità, che permetterà ai sistemi  di considerare diverse tipologie di dati nella costruzione dei modelli, consentendo di costruire modelli più ricchi e più precisi.

Un altro intervento che ci ha colpito molto è stato quello del Dr. Raul Villamarin Rodriguez, Vice President della Woxsen University in India. Ha parlato di Necrobotics, ossia robot realizzati con materiale organico attivato dagli stimoli elettrici di un sistema di intelligenza artificiale. Pare fantascienza, anche un po’ macabra, invece è un settore della ricerca molto promettente, e destinato a sviluppi concreti, specie nel campo dell’assistenza sanitaria. 

L’edizione 2024 del WAICF ha registrato un numero record di presenze, con una notevole partecipazione italiana; paragonata ad altre fiere, all’inizio non sembrava ci fosse molta gente, ma siamo rimasti piacevolmente colpiti dal numero di persone incontrate e dal livello delle conversazioni. La partecipazione al World AI Festival ha non solo offerto a Dedalo AI una visibilità internazionale, ma ci ha anche permesso di stabilire connessioni preziose con altre realtà che condividono la nostra visione. Abbiamo conosciuto molte persone e imparato molte cose, ma più importante ancora è la consapevolezza che esistono altri innovatori che, come noi, vogliono usare l’intelligenza artificiale per fare del bene. 

*Co-Founder e CSO Dedalo AI

 

 

 

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