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Che cosa sta succedendo in OpenAi

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Un amministratore delegato silurato all’improvviso. Un sostituto ad interim che dura meno di un weekend. Arriva un terzo, sempre ad interim, il cui ruolo è già un mistero. Non è facile farsi un’idea precisa di quello che sta succedendo ad OpenAi, l’azienda che un anno fa ha lanciato sul mercato ChatGpt. Si sa pochissimo. Si sa che il consiglio di amministrazione della società ha licenziato venerdì il suo fondatore e amministratore delegato: Sam Altman.

L’uomo che ha lanciato l’azienda portandola da zero a una valutazione di 85 miliardi di dollari. Il manager che l’ha resa di fatto sinonimo di Intelligenza artificiale. Sostituito all’improvviso da Mira Murati, fino a poco prima capo dello sviluppo tecnologico. Sostituita a sua volta una manciata di ore dopo dal fondatore della piattaforma di video in streaming Twitch, Emmet Shear.

Una serie di mosse a sorpresa con avvicendamenti in tempi record che si sono conclusi al momento con una mossa ancora a sorpresa di Microsoft – che ha investito 13 miliardi in OpenAi – che ha assunto Altman nominandolo capo dei propri progetti sull’Ai. L’azienda di Satya Nadella al momento sembra essere l’unica vincitrice di tutta questa partita. Cominciata e finita a borse chiuse. E a poche ore dall’apertura di Wall Street il colosso del software guadagna il 3% nel pre mercato. Ma cosa sta succedendo in OpenAi?

 

Il licenziamento di Altman, la posizione di OpenAI

Erano passate da poco le 9:30 di sera, ora italiana, quando il consiglio di amministrazione di OpenAi ha comunicato di avere appena licenziato Sam Altman. Un licenziamento che ha causato un’ondata di reazioni tra i big della Silicon Valley. E tra gli stessi collaboratori di Altman, che si sono detti pronti a seguirlo ovunque, anche lontano da OpenAi.

Altman nelle ore successive pare che abbia avviato una trattativa con il Cda per rientrare alla guida della società, spinto dall’onda emotiva causata dal suo licenziamento e da un nucleo forte di fedelissimi all’interno dell’azienda. Ma la trattativa è sfumata. Il Cda – composto da quattro persone – ha rifiutato il suo ritorno. Massimo riserbo sulle ragioni. Nell’annuncio di venerdì, il consiglio ha detto che Altman “non è stato sempre sincero nelle sue comunicazioni con il consiglio”.

Sabato Brad Lightcap, altro dirigente di OpenAI, ha comunicato ai dipendenti che “la decisione del consiglio di amministrazione non è stata presa in risposta a un comportamento scorretto o a qualcosa di correlato alle nostre pratiche finanziarie, commerciali, di sicurezza o di privacy”. Ma che semplicemente “si è trattato dell’ un’interruzione di fiducia e di comunicazione tra Sam e il consiglio”.

 

 

Il ruolo di Sutskever e il Cda ‘lungotermista’

I dettagli su cosa sia successo in queste settimane stanno ancora emergendo. Ma pare che un ruolo fondamentale l’abbia ricoperto Ilya Sutskever, membro del consiglio di amministrazione e cofondatore di OpenAI insieme ad Altman e ad altre persone. Sutskever teme da sempre l’avvento di una intelligenza artificiale forte. E si è detto allarmato dal fatto che le tecnologie sviluppate da OpenAi potessero avviare dei processi distruttivi. E Altman non stesse prestando sufficiente attenzione ai potenziali danni.

Da quanto emerge in queste ore, sembrerebbe inoltre che Sutskever soffrisse il suo ruolo minoritario all’interno dell’azienda. Che aveva come Altman l’unico volto popolare. Secondo il New York Times Sutskever e altri due membri del consiglio di amministrazione di OpenAI, Tasha McCauley e Helen Toner, hanno legami con l’Altruismo efficace, movimenti Razionalista e Altruista Effettivo, filosofia fondata dal 35enne William MacAskill, popolarissima tra i guru tecnologici della Silicon Valley – circa 8.000 i suoi adepti.

Una corrente di pensiero che oltre che professare il bene assoluto delle future generazioni, in sostanza teme l’avvento di una super intelligenza artificiale in grado di spazzare via l’umanità. Altman quindi sarebbe stato cacciato via perché la maggioranza nel consiglio riteneva pericolosa la sua fiducia cieca nei confronti dell’Ai e dei suoi sviluppi.

Dibattito che torna puntualmente quando si parla di Ai. I suoi sviluppatori, i suoi creatori, tutt’ora si dividono tra entusiasti e catastrofisti. Sostanziando sia gli uni che gli altri le loro posizioni con fumosi ragionamenti sul futuro dell’umanità. Radioso o distopico che sia. 

 

 

Altman e il progetto dei chip per fare concorrenza a Nvidia, con Microsoft

Un’ipotesi un po’ più coi piedi per terra (o forse una concausa) è quella che vedrebbe il consiglio di OpenAi irritato dal fatto che Altman avrebbe presentato ai suoi investitori una startup separata per la costruzione di chip Tensor Processing Unit (TPU) personalizzati e in grado di competere con quelli di Nvidia. Il progetto TPU, il cui nome in codice è “Tigris”.

Il progetto – scrive il New York Times – avrebbe attirato una serie di importanti società di venture e persino l’interesse di Microsoft. E l’azienda di Satya Nadella ha appena lanciato un nuovo team di ricerca avanzata sull’intelligenza artificiale che sarà guidato proprio da Altman e Greg Brockman, anche lui tra i fondatori di OpenAi e anche lui licenziato venerdì.

La settimana scorsa Microsoft ha annunciato di aver costruito un proprio chip AI. Utilizzabile per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni e potenzialmente evitare un costoso affidamento a Nvidia. Microsoft ha anche costruito una propria Cpu (Unità di elaborazione centrale, il cervello di un dispositivo elettronico) per i carichi di lavoro cloud. Si chiama Maia AI. Maia e Tigris potrebbero dover lavorare insieme per alimentare i data center Azure, di proprietà di Microsoft.

 

 

Chi è Emett Shear, il nuovo capo di OpenAI

Intanto OpenAi ha cambiato di nuovo tutto. Murati è tornata in una manciata di ore a fare il capo dello sviluppo tecnologico. Al suo posto Emett Shear, ex numero uno e fondatore di Twitch, popolarissima piattaforma di video in streaming.

40 anni, cresciuto a Seattle, Shear è stato con Altman nel gruppo fondatore di Y-Combinator, il più ambito programma di accelerazione di startup al mondo. Nel 2006 nasce Twitch (già Justin.tv) e la piattaforma accresce rapidamente la sua popolarità soprattutto nella comunità dei videogiocatori. È stata acquistata da Amazon nel 2014 per un miliardo.

Che sarebbe stato Shear il nuovo capo è stato annunciato ai dipendenti da Sutskever domenica sera. Da quanto emerge, sarebbero decine i dipendenti che hanno annunciato le proprie dimissioni.  “Il consiglio di amministrazione non ha rimosso Sam per un contrasto sulla sicurezza, il loro ragionamento era completamente diverso”, Shear in un post su X.

“Non sono abbastanza pazzo da accettare questo lavoro senza il sostegno del consiglio di amministrazione per la commercializzazione dei nostri fantastici modelli”. Una dichiarazione un po’ di circostanza, ma che cela un non detto. La partita non è ancora chiusa.

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